Chiedo scusa se non seguo esattamente un filo temporale, ma
mi limito ad un filo logico, e soprattutto mi scuso con mia moglie per il
ritardo, ma questi sono squisiti fatti nostri che mangiamo dove e quando ci
pare, (magari stanotte) spero di farmi perdonare.
Tre giorni fa sono partito per Roma con Filippo, abbiamo
deciso di contravvenire la prima regola dello spostarsi sempre in tre.
Con quello che ci è successo, uno di noi si sarebbe potuto
staccare per avvertire gli amici nella cittadella, ma sarebbe riuscito
nell’impresa o avremmo solo messo a rischio un'altra vita?
Considerando quello che abbiamo incontrato sulla nostra
strada è stato meglio così.
Eravamo nella super blindo (un Hummer da guerra saldata e
preparata da Filippo) in quella che una volta era la Val Nerina, una lingua di
asfalto, ormai invasa quasi totalmente dalla natura che collega, attraverso poi
la Flaminia, la cittadella a Roma.
Ci trovavamo ormai ad una trentina di chilometri da Roma
quando ci siamo simultaneamente innervositi, la strada era libera, ma ci
guardammo in contemporanea. Magari un giorno racconterò anche di come si
sviluppa un sesto senso, ma non come quello di prima della guerra, l’uomo in
questi tre anni ha sviluppato cose sopite da millenni.
La giornata era ancora lunga e non avevamo incontrato teste
morte e neanche vive, Filippo mi aveva fatto fermare per pisciare, io ero
rimasto in vettura ma al suo rientro qualcosa era cambiato, forse l’odore,
forse la carica elettrostatica nell’aria che impercettibilmente ti avverte di
ogni cambiamento.
Comunque, abbiamo ripreso la strada, una curva, una seconda
curva, un'altra e un'altra ancora, quando improvvisamente ce li siamo trovati
davanti, dietro, sopra e sotto.
Ne abbiamo strikeato qualcuno con la macchina, (è un termine
che usiamo, rubato al vecchio gioco del bowling, quando buttando giù tutti i
birilli facevi un gran punto) ma tanti erano che sono riusciti a fermare
l’Hummer. Anche buttando le prime quattro cinque linee, alla fine sono stati
più forti del milione di fottutissimi cavalli che avevamo sotto il culo.
Quando la macchina si era ormai fermata hanno cominciato a
venirci addosso come api intorno ad un alveare, picchiavano sui vetri blindati,
ci guardavano famelicamente da fuori.
Li abbiamo sentiti salire sul tetto, e anche se tutto
sommato ci sentivamo al sicuro, quanto avremmo resistito in quella situazione?
Lo potete immaginare cosa significa essere bloccati da
migliaia di teste morte che premono in ogni direzione sulla vostra auto?
Era quasi sera e l’Hummer non dava cenni di cedimento, noi
cominciavamo a perdere le speranze in quel modo dignitoso che solo due
condannati a morte certa hanno, quando abbiamo iniziato a sentire in lontananza
i tamburi.
Era la “V armata”, lo abbiamo capito subito, usano i tamburi
per attirare gli zombie.
Cazzo è stato un spettacolo.
Pochi minuti e si è scatenato un inferno di fuoco, cadevano
da tutte le parti, era quello che tutti i sopravvissuti ormai sanno, tra noi e
i non morti ormai è solo una questione di pallottole, prima dello scoppio della
guerra eravamo miliardi in tutta la terra, forse sette, ora siamo forse
cinquanta milioni in tutto il mondo dei vivi, con un imprecisato numero di non
morti che cadono ogni giorno.
Anche Salinger sul giovane Holden avrebbe scritto altro, e
anche se i numeri non sembrano essere dalla nostra parte, cosi non è.
Loro ormai non sono gli zombie veloci del primo momento, a meno
che non siano nuovi infetti, molti si
reggono a malapena in piedi, diventano più energici solo quando vedono un
probabile pasto.
Ma per il resto sono morti che camminano, con le ossa
semiputrefatte e che puzzano di marcio ovunque.
Quando la vettura è stata libera, Filippo è salito, per
mezzo della botola, sul tetto alla mitragliatrice e ne ha massacrati a pacchi.
Io ho fatto una cosa che ancora non capisco.
Sono sceso quando intorno era ormai deserto e mi sono acceso
un cazzo di sigaro.
Uno di quelli che qualche anno fa non mi sarei mai potuto
permettere.
Ma qualche anno fa non mi sarei potuto permettere tante
cose, compreso un Hummer.
La V armata aveva preso ormai posizione e continuava a
sparare, io e Filippo siamo rientrati nel blindo solo quando un paio di
pallottole ci hanno soffiato vicine.
Hanno finito il lavoro con un’ora o poco meno.
Abbiamo visto arrivare i preti verso di noi in divisa che
facevano il loro lavoro.
(I preti sono, oltre alla canonica immagine,sono anche il
corpo dei ripulitori, quelli che finisco il lavoro, armati di parastinchi alti
e ginocchiere e gambali anti morso, passano in rassegna i cadaveri e finiscono
quelli che ancora si muovono con un colpo in
testa e un’Ave Maria, il Vaticano ha chiesto che la preghiera fosse
dedicata a Maria e non a Gesù perché il figlio di Dio si sacrificò per gli
uomini, lei no. Cosa volete che vi dica, per certe cose il mondo è rimasto
uguale).
La differenza attuale è che il Papa e il Vaticano ora sono
ospitati all’interno di un monastero ortodosso in Grecia, vista la posizione sono praticamente
inattaccabili dagli zombie, troppo isolati e su isole sperdute.
Nessuna delle religioni si è unita tra loro, ma non si fanno
più la guerra e hanno mostrato il lato migliore di Dio.
O di quello che loro chiamano così.
Il primo a venirci incontro è stato il Colonnello Pietrini,
comandante del reparto A.E.C. (assalta e uccidi) un ragazzotto che avrà una
quarantina d’anni, buono nell’aspetto ma estremamente risoluto nei modi.
Qualche metro prima di arrivare a noi, scortato da un paio
di uomini, ha visto il braccio di uno zombie muoversi, ha estratto la sua
pistola e gli ha sparato una palla dritta in faccia, senza neanche guardarlo
(cazzo se lo ha centrato).
-Allora ragazzi, vi serve aiuto?- ci ha chiesto sorridendo.
Il ghiaccio si è rotto subito, gli ho offerto un sigaro e
Filippo ridendo gli ha risposto:
- era solo questione di tempo, li stavamo stancando -, siamo
scoppiati in una risata.
Così abbiamo scoperto che la V armata stava andando a
liberare la zona intorno alla cittadina di Norcia. Che stava resistendo da mesi
ma non riusciva a ripartire con la tripla s.
Prima di andar via il colonnello Pietrini ci ha rassicurato
che al ritorno (se sarà vivo, era inutile ripeterselo) verrà a trovarci e
magari se il posto gli piace può anche decidere di fermarsi, visto che è in
cerca di un posto dove fermarsi e ricominciare.
La sua ragazza vive in caserma con lui vicino Roma nella
zona di Torre in Pietra.
Siamo ripartiti che era ormai buio e ci siamo resi conto del
culo che abbiamo avuto quando, dopo dieci minuti che camminavamo, in auto
ancora vedevamo uomini e mezzi della V.
Ora vi chiedo scusa, domani o nei prossimi giorni vi
racconto il resto.
Vi ricordate quando all’inizio vi ho parlato degli squisiti
fatti nostri tra me e mia moglie? Ecco i bambini dormono…
Eccezionale.
RispondiElimina