Sono più di 32 ore che Emanuele è sparito, e 24 ore è il
tempo limite che ci siamo concessi di stare separati, se dopo 24 ore uno dei
due non torna dall’altro dobbiamo considerarlo morto, ma lui NON è morto! Lo
sentirei se fosse così, la nostra sintonia va al di là di ogni umana concezione
e la nostra capacità (più la sua devo dire) di comunicare con la mente è una
cosa che nessuno ha mai creduto. Eppure IO SO CHE NON E’ MORTO. Quindi continuo
ad aggiornare questo stupido blog, sì stupido! Non capisco che senso abbia, non
sappiamo nemmeno se qualcuno lo legge o lo leggerà mai, non sappiamo nemmeno se
qualcuno al di fuori di questa cittadella è ancora vivo per poterlo leggere.
Eppure quando ci siamo resi conto che alcune linee telefoniche erano ancora
intatte lui ha deciso di scrivere. Chissà, forse per credere che la sua, la
nostra vita, abbia ancora una parvenza di normalità. Non lo so, so solo che gli
ho promesso di scrivere al suo posto quando non avesse potuto farlo lui e così,
eccomi qui. I bambini che dormono, con l’innocenza e la tranquillità che solo i
bambini possono conservare in situazioni così estreme. Sarà che abbiamo
raccontato loro che una grandissima produzione cinematografica sta girando un
film sugli zombie e che quelli che vedono non sono altro che attori ben
mascherati. E sono tutti contenti che il loro papà sia stato scelto nel ruolo
dell’eroe, sono così orgogliosi che mi fanno una tenerezza infinita quando, al
suo ritorno, gli saltano addosso trotterellando, e gli domandano “ehi papà, quanti
attori brutti hai uzziso oggi?”. Attori brutti! Beh, almeno è un modo “poetico”
di vedere le cose!
E io sono qui da sola, da 32 ore! Ci fosse almeno Filippo,
mio fratello, non di sangue ma di vita! MIO FRATELLO! Con lui vicino potrei
affrontare anche questo terrore silenzioso di non rivedere più mio marito! Ma
lui NON E’ MORTO! Mi ha solo lasciato qui da sola portandosi dietro pure
Filippo, accidenti a loro! Sola con le mie nuove migliori amiche, le mie
affascinanti amiche ammazza rotti in culo! E’ così che mi piace chiamarle, mi
serve ad esorcizzare la mia fobia delle armi. Ci volete credere? Prima di tutto
questo ero talmente terrorizzata dalle armi che un giorno di circa vent’anni fa
stavo per svenire solo per aver visto una foto di mia sorella che teneva in
mano per gioco la pistola di un amico poliziotto. Sono stata talmente male che
quando mi sono ripresa, dopo aver strappato quella foto, mi sono mangiata mia
sorella con una serie di insulti che l’hanno lasciata senza parole! Oggi mi
viene da sorridere ripensandoci. Dormo con le mie amiche ammazza rotti in culo
sotto al cuscino e le ho usate talmente tante volte da aver perso il conto,
ormai mi sembra normale persino tenerle sulla credenza mentre cucino, sempre a
portata di mano, mia, mai dei miei figli!
32 ore e 52 minuti! Porca pu…a ma dove diavolo è finito?
Giuro che quando torna gli sparo su una rotula così non si può più muovere! Non
si lasciano moglie e figli così a lungo senza notizie! Nemmeno durante una
guerra! Ecchecca…!!!!
Me ne sto qui a scrivere, con un occhio alla porta e un
orecchio ai bambini, ho sempre paura che si sveglino in preda agli incubi, e se
iniziano a urlare c’è il rischio che attirino quelle cose mostruose. Cose, non
trovo altro termine per definirle. Non sono uomini, o almeno non lo sono più,
non sono bestie, non sono niente, sono solo cose che si muovono. Penso solo a
questo quando gli sparo in testa, altrimenti non ce la farei, ma si sa, una
madre che vede minacciati i propri figli può arrivare a compiere l’impossibile.
Forse è per questo che sono riuscita a colpire mia madre con un rastrello da
giardino, gliel’ho ficcato dritto in mezzo agli occhi. Ma è una storia a cui
non ho voglia di pensare in questo momento, magari un giorno ve la racconto ma
adesso voglio solo concentrarmi e cercare di comunicare con Emanuele per capire
che fine ha fatto. Ma giuro, lo ridico nel caso non fosse chiaro, che quando
torna (perché torna!) gli pianto una palla nella rotula! Ecchecca…!
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