mercoledì 22 febbraio 2012

32 ore



Sono più di 32 ore che Emanuele è sparito, e 24 ore è il tempo limite che ci siamo concessi di stare separati, se dopo 24 ore uno dei due non torna dall’altro dobbiamo considerarlo morto, ma lui NON è morto! Lo sentirei se fosse così, la nostra sintonia va al di là di ogni umana concezione e la nostra capacità (più la sua devo dire) di comunicare con la mente è una cosa che nessuno ha mai creduto. Eppure IO SO CHE NON E’ MORTO. Quindi continuo ad aggiornare questo stupido blog, sì stupido! Non capisco che senso abbia, non sappiamo nemmeno se qualcuno lo legge o lo leggerà mai, non sappiamo nemmeno se qualcuno al di fuori di questa cittadella è ancora vivo per poterlo leggere. Eppure quando ci siamo resi conto che alcune linee telefoniche erano ancora intatte lui ha deciso di scrivere. Chissà, forse per credere che la sua, la nostra vita, abbia ancora una parvenza di normalità. Non lo so, so solo che gli ho promesso di scrivere al suo posto quando non avesse potuto farlo lui e così, eccomi qui. I bambini che dormono, con l’innocenza e la tranquillità che solo i bambini possono conservare in situazioni così estreme. Sarà che abbiamo raccontato loro che una grandissima produzione cinematografica sta girando un film sugli zombie e che quelli che vedono non sono altro che attori ben mascherati. E sono tutti contenti che il loro papà sia stato scelto nel ruolo dell’eroe, sono così orgogliosi che mi fanno una tenerezza infinita quando, al suo ritorno, gli saltano addosso trotterellando, e gli domandano “ehi papà, quanti attori brutti hai uzziso oggi?”. Attori brutti! Beh, almeno è un modo “poetico” di vedere le cose!
E io sono qui da sola, da 32 ore! Ci fosse almeno Filippo, mio fratello, non di sangue ma di vita! MIO FRATELLO! Con lui vicino potrei affrontare anche questo terrore silenzioso di non rivedere più mio marito! Ma lui NON E’ MORTO! Mi ha solo lasciato qui da sola portandosi dietro pure Filippo, accidenti a loro! Sola con le mie nuove migliori amiche, le mie affascinanti amiche ammazza rotti in culo! E’ così che mi piace chiamarle, mi serve ad esorcizzare la mia fobia delle armi. Ci volete credere? Prima di tutto questo ero talmente terrorizzata dalle armi che un giorno di circa vent’anni fa stavo per svenire solo per aver visto una foto di mia sorella che teneva in mano per gioco la pistola di un amico poliziotto. Sono stata talmente male che quando mi sono ripresa, dopo aver strappato quella foto, mi sono mangiata mia sorella con una serie di insulti che l’hanno lasciata senza parole! Oggi mi viene da sorridere ripensandoci. Dormo con le mie amiche ammazza rotti in culo sotto al cuscino e le ho usate talmente tante volte da aver perso il conto, ormai mi sembra normale persino tenerle sulla credenza mentre cucino, sempre a portata di mano, mia, mai dei miei figli!
32 ore e 52 minuti! Porca pu…a ma dove diavolo è finito? Giuro che quando torna gli sparo su una rotula così non si può più muovere! Non si lasciano moglie e figli così a lungo senza notizie! Nemmeno durante una guerra! Ecchecca…!!!!
Me ne sto qui a scrivere, con un occhio alla porta e un orecchio ai bambini, ho sempre paura che si sveglino in preda agli incubi, e se iniziano a urlare c’è il rischio che attirino quelle cose mostruose. Cose, non trovo altro termine per definirle. Non sono uomini, o almeno non lo sono più, non sono bestie, non sono niente, sono solo cose che si muovono. Penso solo a questo quando gli sparo in testa, altrimenti non ce la farei, ma si sa, una madre che vede minacciati i propri figli può arrivare a compiere l’impossibile. Forse è per questo che sono riuscita a colpire mia madre con un rastrello da giardino, gliel’ho ficcato dritto in mezzo agli occhi. Ma è una storia a cui non ho voglia di pensare in questo momento, magari un giorno ve la racconto ma adesso voglio solo concentrarmi e cercare di comunicare con Emanuele per capire che fine ha fatto. Ma giuro, lo ridico nel caso non fosse chiaro, che quando torna (perché torna!) gli pianto una palla nella rotula! Ecchecca…!

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