mercoledì 11 aprile 2012

chi è morto ?


Tra le vittime, vorrei poter dire che ci furono solo gli infetti o gli sbranati, non è cosi.
Nella guerra mondiale contro gli zombie a perire furono anche altre persone incapaci di reagire, sopraffatte da uno stato d’animo perso.
Molti quelli che si immedesimarono talmente tanto nell’infezione che li vedevi camminare come fossero infetti e così non era, si muovevano come loro e provavano ad emettere i loro stessi suoni quando si trovavano a contatto con i “sani”.
Ovviamente questi venivano uccisi sia dai sani che dagli infetti, i sani conoscevano la loro natura il più delle volte (non sempre) ma sapevano che comunque erano molto pericolosi, si avventavano sui non infetti come fossero dei mostri e cercavano di morderli, anche se questo non trasmetteva l’infezione, non era gradevole essere morsi da qualcuno, mentre gli zombie veri, non ci cadevano e non ci cadono, hanno un qualcosa che gli fa avvertire il sangue non infetto, forse l’odore.
Poi ci furono quelli che morirono per mancanza di cure, per mancanza di medici e quelli che si lasciarono semplicemente morire di inedia.
Una mattina semplicemente non si svegliavano più, come accade spesso nelle guerre, quelli che si lasciano vincere dalla paura, quando supera la soglia del terrore e diventa qualcosa di peggio, una “non voglia di vivere”.
Una totale mancanza di motivazione, soprattutto negli adulti che perdevano tutti i familiari, figli e compagni compresi e non avevano più un motivo per combattere, per vivere.
La depressione cronica fece tanti morti, non quanto l’infezione stessa, ma comunque neanche molto meno, poi ci furono i morti per fame, per sete, per freddo, per paura, le vittime dei branchi di cani randagi.
Quelli che si buttarono in acqua per fuggire agli zombie e morirono annegati.
Ma naturalmente i primi a morire furono i malati, quelli negli ospedali, anche quelli chiusi in coma sotto chiave, o nei reparti infettivi.
Ogni centro ambulatoriale fu un nuovo focolaio dove esplose l’epidemia, quando i morti cominciarono a risvegliarsi erano quasi tutti nei pronto soccorso o negli obitori, così tutto l’ospedale diveniva sotto assedio.
Noi abbiamo salvato un paio di persone dentro l’ospedale San Pietro che erano chiuse nel reparto rianimazione da un paio d’anni, si sono svegliate dal coma, neanche loro sanno come e, terrorizzate, si stavano lasciando morire di stenti, riuscivano a nutrirsi con le sacche per le flebo bevendole e, dopo aver visto cosa accadeva fuori, avevano deciso di non uscire dal reparto.
Quando le abbiamo trovate pesavano ventinove kg una e trenta kg l’altra. Entrambe alte tra il metro e ottanta e il metro e ottantacinque.
Ora stanno bene e vivono con noi.
La percentuale di quelli che si sono salvati invece pende incredibilmente in favore dei bambini dai dieci anni in su, questi si sono trovati tra loro e hanno fatto banda. È da loro che il mondo ha imparato la tecnica dell’esca per distrarre gli zombie.
Si arrampicano come scimmiette e si buttano in condotti sotterranei strettissimi, si nutrono con pochissimo e quel pochissimo lo prendono dove trovano, radici, scatolame non scaduto, selvaggina scampata alle orde zombie
Insomma è come se in pochissimo tempo avessero disimparato la playstation, le consolle, il bullismo e si siano perfettamente (o quasi) adattati alla nuova vita.
Per il resto sono e restano bambini, non si lavano e giocano tra loro.
Sarà molto difficile reinserirli in un contesto civile quando tutto questo sarà finito.

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