lunedì 27 febbraio 2012

PAPA'


“Braveeeee! Brava mamma! E brava nonna!” mi girai e vidi Emanuele, ancora in cima alle scale, che applaudiva. Questo è matto, pensai. Avevo appena ucciso mia madre con un rastrello da giardino e lui applaudiva e urlava “brave”? Ma mi bastò posare gli occhi sul viso di Gabriele per capire, la sua espressione stava passando dal terrore al divertimento. Mio marito è un genio, pensai subito dopo. Ecco come è nata la storia del film sugli zombie.
- Amore, vai a chiedere al regista se la scena è venuta bene – dissi con la maggiore naturalezza che trovai in quel momento.
- E tu mamma vai a struccarti che per oggi abbiamo finito –
Presi i bambini e entrammo in casa, Emanuele in perlustrazione a vedere se ci fossero altri zombie dentro e io a chiudere porte e finestre. Per fortuna i miei hanno sempre avuto le inferriate a tutte le finestre, certo eravamo al sicuro. Misi i bambini davanti alla tv con il loro videogioco preferito ringraziando il cielo di aver mandato sulla terra l’inventore della Wii.
- Non ci sono zombie qui dentro, ma non riesco a trovare tuo padre –
- Vado a cercarlo io, se non è uscito forse so dove trovarlo -  dissi. Lasciai Manu con i bambini e scesi in camera dei miei. Aprii la porta dell’intercapedine che fungeva da cantina…
- Papà? Sei qui? –
La voce di mio padre mi arrivò alle orecchie portando con sé lo stesso sollievo con cui mi arrivava quando da bambina mi svegliavo in preda a qualche incubo, lui era sempre lì. C’era anche quella volta!
- Sì – mi rispose sottovoce.
Si era nascosto dietro una “barricata” improvvisata con le brandine che usavamo per i bambini quando ci fermavamo a dormire lì.
- Che cosa è successo? Cosa ci fai qui? –
- Ma che ne so, mi sono svegliato e tua madre era già uscita, credo sia andata a fare la spesa. Poco dopo mi sono ritrovato un mostro orribile, con indosso i vestiti di mamma, che cercava di aggredirmi. Sono scappato e mi sono nascosto qui dentro. E’ da un po’ che non sento rumori ma non ho avuto il coraggio di uscire –
Non so dove trovai il coraggio di dire quello che dissi, ma lo trovai. Fu ancora più difficile di ciò che avevo appena fatto.
- Papà, quel mostro ERA mamma! –
- Cosa? –
Cercai di spiegargli in cosa si fosse trasformata, ma non fu affatto facile. Provate voi a spiegare a un uomo di 70 anni, che non ha mia visto un film sugli zombie, che cosa sono e soprattutto che sua moglie era diventata un morto che cammina che non vedeva l’ora di mangiarselo!
Feci del mio meglio per fargli capire come stavano le cose e perché eravamo lì.
- E adesso dov’è? – mi domandò ancora incredulo.
Non potevo. No, non potevo dirgli quello che avevo fatto.
- E’ in giardino, qualcuno l’ha uccisa con il rastrello –
Ma era a mio padre che stavo mentendo… lui capì, e io capii che aveva capito, ma nessuno di noi disse niente, non serviva.
Quando tornammo su Gabriele, tutto entusiasta, raccontò al nonno del film e della bellissima scena d’azione che avevamo fatto io la nonna.
- Porca miseria, me la sono persa! Mi sono svegliato tardi! –
Io e Emanuele ci guardammo, avevamo capito che papà era pronto ad affrontare ciò che ci aspettava e a venire con noi. Dove, come e quando non lo avevamo ancora deciso.

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