lunedì 20 febbraio 2012


È il quattro maggio del 2016, il mio compleanno il mio quarantesimo compleanno, il terzo dopo l’attacco che la natura ha sferrato contro l’uomo, c’era da aspettarselo oggi dicono quelli bravi, ma prima dov’erano? Quando ancora si poteva fare qualcosa,se mai si sarebbe potuto fare qualcosa.
Oggi sappiamo che è stata l’acqua l’inizio di tutto ma questo ve lo racconterò nel corso del mio diario,lo terrò aggiornato, finchè sarò vivo.
Mi viene da ridere e non c’è proprio un cazzo da ridere, se penso che la mia sopravvivenza e quella della mia famiglia è dovuta alla mia cultura cinematografica sui rotti in culo.
Chiedo scusa, gli zombi, è cosi che si chiamano tecnicamente , ma tra i sopravvissuti, nessuno li chiama più cosi, non è un romanzo quello che stiamo vivendo e il nemico non ha un nome ma solo vezzeggiativi,quando si è in guerra le buone maniere sono un lusso, quando un tale strappa la gola a tuo figlio di cinque anni, non è più uno zombie.è un rotto in culo.
Ora capisco il linguaggio che tanto criticavamo dei soldati al fronte, quando apostrofavano i nemici.ricordo ancora le mie critiche da uomo di scrivania quale ero a quei soldati che torturavano i loro nemici.
Io allo zombie che ha ucciso mio figlio, ho distrutto a colpi di mazzetta da cinque kg la testa poi non contento l’ho segato in due con una motosega.
Pensate sia splatter?
se è questo quello che pensate abbandonate subito queste pagine perché quello che ho da raccontarvi non ha nulla  a che vedere con il rispetto delle regole.
Il mondo è caduto e con lui le sue regole, ora ne abbiamo di nuove.
il mio gruppo è in continua espansione, difficile da elencare in tutti i suoi componenti, quindi mi limiterò a raccontarveli giorno per giorno, potrà succedere che un giorno a scrivere sia mia moglie, le ho chiesto di aggiornare il blog, quando sarò fuori o se sarò impossibilitato a farlo io personalmente.
in questi giorni siamo molto impegnati, siamo passati alla fase tre, o comunque a quella che i vertici militari ancora in piedi chiamano fase tre, meglio conosciuta come le tre s.
scovali, stanali sterminali.
viviamo in una cittadella fortificata ai confini tra Umbria e Lazio, era un paese quando siamo arrivato, pochi i rotti in culo in giro avevano già sciamato altrove.(sciamato è un verbo probabilmente inventato che usiamo per spiegare gli spostamenti degli zombie, visto che si spostano come fossero sciami).
Pietro ne ha schiacciato qualcuno lungo la strada con uno dei tre autobus con i quali ci spostiamo, lui è il nostro autista o meglio non è solo ma è il capo autisti, gli altri fanno quello che dice lui, come lo dice lui.
potrei dire che il motivo è nascosto dietro l'impresa.
chiedo scusa sento rumori che non dovrei sentire, qualcosa si muove oltre le mura.

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